Zurück Le “Cappelle murate”

Le “Cappelle murate”

Le “Cappelle murate”


Le cosiddette “Cappelle murate” consistono in tre cappelle con volta a botte, che presentavo un altare sulla parete di fondo, e in un vano più piccolo di incerta destinazione, tutti affrescati, che si trovavano lungo la parete laterale sinistra dell’originaria Chiesa di Santa Maria della Pietà

Le cosiddette “Cappelle murate” consistono in tre cappelle con volta a botte, che presentavo un altare sulla parete di fondo, e in un vano più piccolo di incerta destinazione, tutti affrescati, che si trovavano lungo la parete laterale sinistra dell’originaria Chiesa di Santa Maria della Pietà, edificata attorno al 1480 assieme all’annesso Convento dei Frati Minori Osservanti, e, successivamente, intitolata a Sant’Antonio da Padova dopo i lavori di ristrutturazione che interessarono tutto il complesso monastico. Nell’ambito di queste trasformazioni strutturali il settore terminale dei quattro ambienti fu chiuso dalla costruzione di un nuovo muro laterale, più avanzato rispetto al più antico ed eretto in funzione della realizzazione di una scalinata che collegava l’ingresso della chiesa con il primo piano del convento. L’intercapedine creatasi tra la parete di fondo meridionale del quadriportico del convento e la nuova parete settentrionale della nuova chiesa (quindi ridimensionata rispetto alla precedente), trasformata in ossario, è stata portata completamente alla luce durante i lavori di restauro del 2009, finalizzati ad adeguare i locali dell’ex complesso religioso alla nuova struttura museale. 
Le tre cappelle hanno attualmente l’aspetto di vani molto stretti (1,60 x 3,30/3,60 m), coperti da volte a botte e separati l’uno dall’altro da setti murari divisori; tra le due cappelle più orientali è presente un vano minore (largo 1,78 m) sempre coperto da volta a botte e affrescato. Tutto lo spazio parietale originale è ricoperto da affreschi datati tra il XVI e il XVII secolo, che sono rimasti così sigillati per vari secoli fino ai giorni nostri. Le pitture rispecchiano i modelli iconografici francescani affermatisi con la Controriforma e diffusisi mediante l’operato di frati pittori, intagliatori e architetti; l’utilizzo di una narrazione figurativa semplice e popolaresca risponde all’esigenza propria dei francescani di mettere l’arte a disposizione dei fedeli non letterati, concentrandosi principalmente sull’aspetto devozionale. I temi trattati sono a carattere religioso e incentrati soprattutto sulla figura della Madonna, con l’eccezione della cappella più orientale in cui è invece raffigurato il tema della Crocefissione. 
Sulla parete centrale della prima cappella (quella più occidentale: fig. 1) campeggia la figura della Madonna di Costantinopoli, assisa in trono con il Bambino sulle ginocchia, posta al centro tra San Bonaventura e San Francesco da Paola (fig. 2). L’affresco è datato al 1598 da un’iscrizione presente sull’arcosolio. A lato di questa scena, sul setto murario che divide la cappella da quella successiva, vi sono i Santi Medici Cosma e Damiano, rappresentati in maniera frontale e senza alcuna prospettiva volumetrica (fig. 3). Più in basso, tra i due santi, si apre nella parete una piccola nicchia, sul cui fondo sono dipinte due ampolle, che alludono al vino e all’acqua utilizzati per la liturgia della messa. La parte inferiore della cappella è affrescata con una finta balaustra a colonnine, da cui parte un fregio decorato a girali che corre lungo l’arco. 
Più complessa è l’articolazione della seconda cappella, nella cui parete principale è stata individuata la sovrapposizione di tre strati di affreschi. Su quello più antico è visibile solo qualche traccia monocromatica, mentre sul secondo e sul terzo strato si sviluppano le principali scene che caratterizzano questa cappella, affrescate in un periodo compreso tra la fine del Cinquecento e la fine del Seicento. Al centro della parete principale è presente la Madonna del Latte, rappresentata come una Madonna del Rosario, posta tra Santa Caterina da Siena e San Domenico di Guzman (fig. 4). Questa composizione è raccolta entro una cornice circolare, intorno alla quale si collocano clipei decorati con scene di vita mariane. In basso, in posizione centrale, si nota la scena di un combattimento navale (fig. 5), una raffigurazione insolita per un luogo di culto, ma dal forte significato storico-religioso poiché vi è stata riconosciuta la celebre Battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571, che fermò l’avanzata dei musulmani verso Occidente. Trattandosi di un evento molto simbolico per l’immaginario di tutti i Cristiani dell’epoca, si può ben comprendere come l’impatto emotivo fosse particolarmente sentito nel Salento, sia per la relativa vicinanza al luogo della battaglia (avvenuta nello specchio di mare antistante l’attuale Naupatto, in Grecia, poco a nord di Patrasso), sia per le vicende che avevano interessato le coste salentine negli anni precedenti, tra cui spicca la famosa conquista ottomana di Otranto nel 1480. Vicino all’affresco della battaglia, sotto il tondo con l’Incoronazione della Vergine, si legge un’iscrizione che riporta il nome della committente (fig. 6): Donna Aurelia Perreca. Non è un caso che la Madonna del Latte, dominante la raffigurazione della battaglia, sia stata resa con lo stile iconografico della Madonna del Rosario, diffusosi proprio nei decenni finali del Cinquecento; secondo la tradizione, infatti, la Battaglia di Lepanto fu vinta dai Cristiani proprio grazie alla pratica del Rosario e all’intercessione della Vergine. Essendo questo ciclo pittorico datato al 1582, data dipinta sulla parete orientale della cappella, l’affresco rientra a pieno titolo tra le prime rappresentazioni artistiche della Battaglia di Lepanto, che negli anni immediatamente successivi allo scontro fu oggetto di numerosissime raffigurazioni realizzate per celebrare la vittoria delle truppe cristiane. Sempre nella stessa cappella, ai lati, sulle pareti che la dividono dalla prima e dalla terza, vi sono dipinti la Madonna del Purgatorio (a ovest: fig. 7) e i Santi Medici all’interno di un riquadro incorniciato da decorazioni floreali (a est: fig. 8). 
Tra questa e la successiva cappella è presente un piccolo ambiente voltato e affrescato, oggi chiamato “Cappella dell’Annunciazione” e accessibile da una moderna apertura realizzata nel muro del chiostro. Sulla parete occidentale si conservano i resti di una donna aureolata e di un angelo, in cui si riconosce appunto una scena di Annunciazione (fig. 9), mentre sulla parete opposta sono visibili le figure di S. Antonio da Padova e forse San Nicola (fig. 10); una rappresentazione del firmamento con il sole e la luna raffigurati alla maniera di volti umani decora inoltre l’intradosso della volta. 
La terza cappella (quella più orientale), infine, il cui linguaggio pittorico rimanda ai primi del Seicento, è dedicata, come già detto, al tema della Crocefissione. Sulla parete centrale, accanto a una croce in legno non più conservata, ma di cui rimangono i segni, sono affrescati la Vergine e San Giovanni. In alto, nella parete voltata, si svolgono invece alcune scene della Passione di Cristo: Gesù nell’orto degli ulivi, la Flagellazione (fig. 11), la prima caduta (fig. 12), Gesù coronato di spine, e, al centro della volta, la Crocefissione (fig. 13). 

I. Miccoli